Il mio mondo di libri...

Sono stata a Macondo la prima volta quando avevo 13 anni a fianco del colonello Aureliano Buendia mentre suo padre gli faceva scoprire il ghiaccio, sono stata una serva accanto a Eva Luna, ho vissuto l'uccisione di Santiago Nasar,ho amato ai tempi del colera, eseguito autopsie al fianco di Kay Scarpetta mangiato le madeleine di Proust, ingoiato la punteggiatura con Joyce, amato, odiato, respirato i miei libri, ho vissuto qui e altrove........Non potrei vivere altrimenti senza una storia che mi allieti il sonno, senza l'odore della carta appena stampata, senza la gioia che mi assale quando trovo un libro in cui entrare.........E allo stesso tempo vivo davvero, non fraintendere, ma ho qualcosa in piu nella mia borsa, sul mio comodino, nella mia anima....

lunedì, luglio 28, 2008

La ragazza con l'orecchino di perla -Tracy Chevalier

Immagine di La ragazza con l'orecchino di perla

Chiudi gli occhi, sparirà il rumore del tram sotto casa, il frastuono del televisore, il baccano delle auto...è il 1665 e la ragazzina che vedi camminare davanti a te si chiama Griet e sta per andare a servizio presso la famiglia del pittore Veermer.
A Delft divisa tra protestanti e cattolici, Griet sogna la stella disegnata al centro della piazza e brucia al pensiero di seguirne uno dei raggi e scappare via, dalla sua famiglia, dal dolore, dalle passioni inconfessabili, dal destino di sposa di un uomo dalle mani sporche, da bambine odiose e da giovani spose trasformate dalle innumerevoli gravidanze e rose dalla gelosia.
Griet è l'innocenza è la musa al servizio dell'arte...bene,dovrai provvedere...
è la giovane serva con l'occhio da artista che macina e miscela colori che si trafigge i lobi perché senza l'orecchino di perla quel quadro non sarà mai il quadro...
E' finito...e sento già la nostalgia...ma tanto so che ogni tanto lo riprenderò dallo scaffale degli indimenticabili dove sto per appoggiarlo e tornerò a Delf e a Griet...è solo un arrivederci...
Buona lettura

1 commento:

  1. Griet e l'inquietudine d'esser MUSA

    Fermati, guardami, non parlare…è il ritratto di una servetta, ma cosa si nasconde dietro questa ragazza? L’insicurezza, la consapevolezza di non potersi opporre alle “manie” del padrone, il pittore: Johaness Vermeer.
    Questo libro, ambientato nella Delft della seconda metà del 1600, è un misto, un connubio tra arte e realtà.
    La realtà della miseria vissuta dai bassi ceti sociali, ed è dal basso che una ragazza di quindici anni si impone, lasciando il segno in tutte le persone che incontra.
    Come un uragano porterà disordine all’interno di una famiglia rispettata dalla società dell’epoca, i Vermeer sono benestanti. Johaness è pittore, non ha certo bisogno di presentazioni, la moglie Catharina, altezzosa e prepotente è un forno pieno d’odio, e come un forno viene costantemente occupato dai numerosi figli concepiti: quattordici.
    Maria Thins, madre di Catharina (e suocera del pittore) è una donna che “sa il fatto suo”, sorniona, nonostante abbia un cuore nobile non lo dà a vedere, apprezza il lavoro del genero, ma vorrebbe per la propria figlia una condizione migliore.
    Non è una famiglia perfetta quella dei Vermeer, tutt’altro, i figli daranno anche la felicità, ma sono un costo, sfamare quattordici bocche non è una cosa semplice e Johaness è spesso depresso, privo dell’ispirazione adatta alla creazione di capolavori.
    Capolavori che potevano dare una boccata d’aria, uno spazio, una sicurezza provvisoria. Griet è la protagonista di questo appassionante romanzo, la musa inconsapevole di questo racconto.
    Timida, spaventata, servile…conquisterà il cuore di un giovane ragazzo e non solo. Quale sarà il suo riscatto? Quale sarà la sua rivincita? Perché questo ritratto?
    Passione e arte caratterizzano questo romanzo pieno di sorprese, è storia...di vita vissuta.

    La trovi qui: http://www.anobii.com/totillaf/comments?public=0

    Saluti

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